Gianfranco Manfredi: Zombie di tutto il mondo unitevi (1977)

Ultima spiaggia
Con il Festival del Proletariato Giovanile di Re Nudo del 1976 si chiuse per sempre la stagione della Controcultura
Da quel momento in poi infatti, fu evidente che non si poteva più proseguire sulla strada tracciata negli anni precedenti e nulla sarebbe più tornato come prima.  
Disincanto e separatismi avevano ormai dilaniato un’intera generazione di militanti, e di lì a poco il riflusso neoliberista avrebbe richiesto ben altre strategie di opposizione

Un trauma che investì anche quel pop italiano che aveva proliferato all’interno del Movimento, e spesso se ne era fatto interprete attraverso un percorso creativo durato almeno otto lunghi anni. Sin quando cioè, le sue sofisticate architetture dovettero cedere il passo all’ironia iconoclasta del Movimento del 77 e all’immediatezza violenta e rabbiosa del punk

Tornando comunque ai mesi successivi al giugno 76, furono in molti a chiedersi il perché si fosse arrivati sino a quel punto, ma non sempre sapendo cosa rispondere, anzi: il dibattito fu talmente sofferto e complessso da occupare un intero numero speciale di Re Nudo

E vi contribuì anche il cantautore Gianfranco Manfredi, già da tempo raffinato lettore dei mutamenti sociopolitici in corso, condensando in un solo Lp tutti gli scenari, le aspettative, le delusioni e le contraddizioni che trasformarono un grande sogno in una bruciante sconfitta.

Zombie di tutto il mondo unitevi  1977L’album in questione era Zombie di tutto il mondo unitevi (Ultima Spiaggia, 1977), lucido ritratto di pratiche e soggettività proprie dei primi anni Settanta, ma anche impietoso nel raggranellare i cocci di quegli “zombie” che nella rivoluzione ci avevano creduto sul serio, e ora si sentivano lasciati soli a se stessi. 

Ed è proprio questa solitudine interiore e politica che produrrà l’Ultimo Mohicano: militante con ancora in mano il suo ultimo sanpietrino che chiede all’amico spazzino dove siano finite le barricate e la madama in assetto di guerra: Non ci sono più, dove le han portate?” 

La speranza in una ricomposizione impossibile è invece protagonista di Nella Diversità in cui si auspica come, superando i fatti del Lambro, le divergenze tra Autonomia e Movimento possano ricompattarsi in una collettivizzazione contro merci, martiri, santi ed eroi.  Purtroppo invano.

Ciò che però rese epocale l’album di Manfredi, furono sicuramente i due brani più ricordati: Un tranquillo festival pop di paura e Zombie di tutto il mondo unitevi. 

Il primo, scritto insieme a Ricky Gianco, è un circostanziato e fedele affresco scevro da qualunque ipocrisia sui giorni del Festival. Anzi: quasi un reportage, ma esteso sin dentro le coscienze. Un poster di umanità, diversioni e solitudini che confluirà in una tormentata cosapevolezza: “abbiamo fatto il punto, e niente è come prima”. 

È però "Zombie" il vero capolavoro del disco: cinque minuti densi e crudeli in cui le tipiche rime manfrediane si dipanano su un tappeto sonoro liquido e avvolgente, quasi fosse un mantra

Festival del parco lambro 1976
Un continuo alternarsi di nitide analisi politico-esistenziali e di pura poesia che non si limitò soltanto a restituire un passato ormai dismesso (quello degli "zombi proletari che solo nel silenzio sanno illudersi uguali"),  ma si aprì nei versi finali ad una straordinaria quanto inaspettata solarità:

 “Oltre questa storia ce n'è una più bella. E non è la memoria, non è la nostalgia […] È la storia segreta, la storia parallela. Là dove íl nostro inverno, diventa primavera”

Registrato negli studi milanesi della Ricordi tra il 18 aprile e il 5 maggio del 1977, Zombie di tutto il mondo unitevi sarebbe stato l’ultimo e il miglior disco incentrato sulla fine di un’epoca, prima che la repressione poliziesca e l’urbanistica silenziassero e inghiottissero intere metropoli con tutto il loro carico di creatività, intelligenza e conflittualità
Un album che senza parafrasi è un pezzo di storia, e come tale va ascoltato e letto. 

Per inciso, alla sua realizzazione collaborò il fior fiore dell'avanguardia di allora, ma anche molti musicisti fuoriusciti dal prog. Qualche nome: Gianluigi Belloni, Julius Farmer, Claudio Bazzari, Mauro Pagani, Roberto Colombo, Lucio Fabbri, Massimo Luca, Claudio Pascoli, Gianna Nannini, Ivan Cattaneo, Toni Esposito e naturalmente, il fedele amico Ricky Gianco.

47 commenti :

ugo ha detto...

ciao john e grazie per questa scheda come sempre esaustiva direi perfetta! senti un po io di MANFREDI (che trovo artista complesso e difficile) possiedo i tre dischi dell'ULTIMA SPIAGGIA credi che possano bastare oppure ce ne qualche altro da prendere in considerazione? una saluto ugo

ravatto ha detto...

Dopo aver ascoltato le canzoni di questo disco, devo dire una cosa che ripeto sempre: l'evoluzione di massa non esiste. Ogni evoluzione, ogni rivoluzione autentica è individuale...il viaggio che si compie è sempre dentro sé stessi, perché ognuno di noi è il mondo che vede, la mente contribuisce a creare il mondo che viviamo tutti. Quindi, dicevo: l'evoluzione è dell'individuo, non delle masse..Non ci si può incontrare con gli altri se prima non abbiamo incontrato noi stessi: chi è veramente interessato alla ricerca interiore sa che è necessario un periodo più o meno lungo di solitudine, di ricerca, di analisi, di sperimentazioni. Per non ricadere nelle catene che spesso e volentieri, inevitabilmente, formiamo stando insieme.
Insomma, prima di ogni altra cosa, la purezza delle intenzioni. Non contano i numeri, quanti siamo, le maggioranze; contano le qualità dei singoli individui, che poi siamo tutti noi, quando decidiamo di esserlo e di non essere "massa".

ugo ha detto...

aquesto punto attendo con ansia una scheda su CLAUDIO LOLLI magari sul disco del 77 "disoccupate le strade dai sogni" oppure sul bellissimo e funereo "aspettando godot" li adoro entrambi gli altri sono comunque notevoli.

JJ John ha detto...

@ Ugo:
dimmi quali Lp possiedi di Manfredi e poi ti dico la mia.
Certo è che, per leggere album del genere, devi anche anche decriptare il dibattito che attraversò il Movimento nel 76-77. E capisco non sia facile.
Io cerco di essere sempre il più chiaro possibile, ma mi rendo conto che non è un compito agevole.
Chiedetemi dunque sempre e ancora ciò che volete, specie in merito a questa importantissima fase della nostra storia.
Io non mi tirerò indietro mai.

@ Ravatto.
carissimo, tu sposti sempre il piano del dibattito su una visuale che però non collima con quella del tempo storico del quale stiamo discutendo.
Voglio dire: è chiaro che in un mondo utopico la purezza del sè sarebbe la massima aspirazione dell'umanità, ma nella metà degli anni Settanta sarebbero occorsi compromessi tra perti ben distinte. Che non arrivarono mai, e questa è storia.
Aggiungo poi, che il Movimento di allora aveva già superato quanto dici.
Però con una tale tentacolarità che alla fine non si trovò una strada comunemente percorribile.
In altre parole: l'individuo c'era, ma la comunanza no. E questo fu il motivo della crisi del 76.

Anonimo ha detto...

Caro John, purtroppo, per motivi anagrafici, non ho potuto vivere la stagione della controcultura. Le lotte, le ideologie, i movimenti e - perchè no - anche le mode dell'epoca sono fattispecie che - però - mi hanno sempre attirato, e vorrei saperne di più.
Da cosa mi consigli di iniziare? Libri sull'argomento, documentari, cosa posso trovare?
Credo che ascoltare uno o più dischi sia l'ultimo tassello di questo percorso.
Davide

UGO ha detto...

JOHN I TRE DISCHI SONO:
-MA NON è UNA MALATTIA (76)
-ZOMBIE DI TUTTO.....(77)
-BIBERON (78)
ho questi tre dischi ma vorrei sapere se ci sarebbe qualcos'altro degno di essere acquistato oppure mi fermo qui a te la risposta ugo

poi,anche se non c'entra con MNAFREDI,cosa ne pensi di GINO D'ELISO?

ravatto ha detto...

Io per individuo non intendo un essere che pensa solo a sé stesso ma semmai un essere pienamente realizzato che quindi è in grado anche di essere utile agli altri.
"Non si può fare né essere comunisti nelle città costruite per i padroni"....non si può tentare di chiedere, né rivendicare, né dialogare con gli eterni sfruttatori...non si può contrattare con loro...bisogna rifiutare il loro mondo, il mondo che è anche nostro fin tanto che lo accettiamo...la "comunanza" anzi la COMUNIONE si troverà quando TUTTI, io compreso, avremo deposto i nostri egoismi..
Le cose in natura vanno sempre verso un'evoluzione, anche se lenta, perciò sono fiducioso..

Pietro55 ha detto...

Purtroppo di Manfredi non ho mai ascoltato nulla, se non qualcosa di qua o di là.
Una curiosità: volevo sapere perché non hai mai recensito PASSPARTU' della PFM, testi di G. Manfredi. Forse perché fuori tempo, oppure perché non PROG?
Io non l' ho mai ascoltato, ma credo non ne valga la pena.
Grazie.

UGO (UFO) ha detto...

purtroppo caro RAVATTO molti degli ex-comunisti di quegli anni hanno abdicato nel breve volgere di un lustro ad una SANA E CONSAPEVOLE BORGHESIA sia di facciata che economica per cui spesso ex catto-comunisti-proletari hanno abbracciato uno stile di vita molto piu vicino a dei piccoli capitalisti che a dei veri proletari.basterebbe vedere le loro macchine(non piu utilitarie!) e persino il loro modo di vestire somiglia sempre piu ad una fascia diversa dalla loro originaria estrazione sociale ah quei vecchi jeans strappati e che finivano a zampa di elefante si da strusciare il pavimento!!!
p.s. molti di questi li possiamo ritrovare fra le file del PD............!!!

ugo ha detto...

e comunque MNFREDI era molto criptico al confronto LOLLI(pur nel suo pessimismo esistenziale) era piu fruibile....si fa per dire....!
e di STEFANO ROSSO credi ne valga la pena recensire qaualcosa qui sopra?
certo che la carne al fuoco era proprio tanta nei 70!!!

ugo ha detto...

pe pure io credo che una recensione su PASSPARTU vada fatta non fosse altro per i testi dello stesso MANFREDI e la copertina di ANDREA PAZIENZA molto bella a mio avviso mentre il disco poggia piu su un pseudo folk-prog che lo rende unico nella storia della PFM.
però mi viene da pensare che con tutte ste richieste fra poco JOHN ci mandi tutti a quel paese poichè una cosa è per noi leggerle e un altra per lui farle e pubblicarle giusto?ad ogni modo con la santa pazienza son certo ci accontenterà tutti quanti noi.

JJ John ha detto...

Allora! Mamma mia quanta carne al fuoco! O per dirla come i Vegani: "quanta soia al vapore!" Vado x gradi:

@ Davide:
Io credo che nessun libro possa spiegarti meglio gli anni Settanta dell'ORDA D'ORO di Primo Moroni e Nanni Balestrini (SugarCo Edizioni, Milano 1988 - poi ristampato da Feltrinelli). Per quanto concerne invece la musica e la società, beh penso che Classic Rock sia un buon punto di partenza. Comincia così poi chiedimi quel che vuoi che io ci sono sempre.

@ Ugo.
Ecco! Allora ti manca proprio questo album.
"Ma non è una malattia" era eccellente ma aveva toni più goliardici, scanzonati perché non era ancora arrivata la mazzata del 76.
"Zombie" è invece un album consapevole al 100%. Capisco sia difficile coglierne appieno il linguaggio, ma ti posso garantire che non ci fu disco più coerente di quello.
Lolli, anche lui, grande analista per carità, ma la sua visuale era più "bolognese". Più legata a un altro tipo di movimento pur se affine.

@ Ravatto:
La generazione degli anni 70 fu tutta "pienamente realizzata" nelle proprie convinzioni, e oltremodo convinta di "essere utile agli altri". Anche senza necessità della Comunione in senso cattolico.
Le città poi, specie prima del 75, non erano ancora "dei padroni".
Come dice lo stesso Manfredi (ed anch'io che sono laureato in architettura), l'urbanistica dominante partì dai primi anni Ottanta per compiersi - almeno a Milano - oggi stesso con le porcherie che sono sotto gli occhi di tutti: boschi verticali da 10.000 euro a metro quadro, grattacieli a banana, torciglioni, piazze morte ancor prima di nascere eccetera. Monumenti del nulla buoni solo per gli architetti a farsi le seghe.
"Bisogna rifiutare questo mondo", dici. Ma cazzo, io e molti miei compagni è da quarant'anni che lo rifiutiamo tentando di comunicare ovunque una politica civile, cooperativa e democratica.
E poi di quali "egoismi" parli? Che solo per fare un esempio infimo io sia stato egoista creando Classic Rock? Il sito più democratico di questa terra?
E tutte le compagne e i compagni che hanno invece creato cooperative, ospedali democratici, asili, scuole di musica gratuite, luoghi di ritrovo, centri culturali, librerie, centri di documentazione, strutture per donne e per anziani. Ma dico, vogliamo scherzare o svilire queste persone che hanno investito tutto di sé per un'idea e per gli altri?,
Finiamola piuttosto con questi misticismi che non portano da nessuna parte e riempiamo nuovamente le strade e le piazze. Non solo il web e le proprie teste.

@Pietro 55
In tutta sincerità Manfredi non è sempre stato infallibile.
Ha raggiunto picchi poetici supremi con "Zombie" ma curiosamente ha fatto anche cose che è meglio dimenticare. Specie negli anni Ottanta. Probabilmente perchè era una dimensione che non gli apparteneva più ma aveva comunque la voglia di parteciparvi. Passpartù e l'album in comune con Ricky Gianco (quello del telefono), per esempio sono stati a mio avviso molto al di sotto dei suoi standard.

ravatto ha detto...

Ma io non ho svilito nessuno John, anzi!
Riempire le piazze si, ma di quali contenuti? E' questo il punto. Prima di riempire le piazze bisognerebbe costruire le teste..la mia testa non me la può costruire un altro, devo farlo io perché sono l'unico che può..se studiare la storia serve a qualcosa, la prima cosa a cui dovrebbe servire è quella di non ripetere gli stessi errori...il problema, in Italia,(non solo, ma restiamo in Italia) è di carattere "culturale", non mi stancherò mai di dirlo!
Il misticismo non va denigrato, anzi è una delle più alte possibilità dell'essere umano: laddove le istanze del marxismo non arriverebbero mai, perché "il comunismo è solo una tappa intermedia di un obiettivo molto più grande"..il mistico ha già realizzato il suo mondo, contribuisce a crearlo, lo può mostrare a chi ne vuole sapere...non vuole prendere parte alla lotta per il potere perché ha riconosciuto di averlo già...il punto infatti non è avere il potere o non averlo, ma utilizzarlo o no...

rael ha detto...

Ma la storia del testo di "I cavalieri della tavola cubica" scritto da Manfredi per Passpartù? Franz di Cioccio e Djivas che in una stanza d'albergo di infimo grado tentavano di spiegare il testo a Frank Zappa e Zappa che non capiva niente di niente :D

JJ ha detto...

Ravatto scusa, ma secondo te chi gremiva le piazze negli anni Settanta non aveva una testa forse? O dei contenuti? Voglio anche dire: tu conosci la storia di quegli anni, vero?

Rael: quella storia me la ricordo solo vagamente. In ogni caso credo bisognerebbe stabilire a) in che condizioni psicofisiche versavano Franz e Patrick (soprattutto Franz) b) Quelle di Frank, unite alle sue capacità ricettive in quel momento.

Molto bella comunque l'intervista a Manfredi qui:
http://www.amnesiavivace.it/sommario/rivista/brani/pezzo.asp?id=335
e poi non venitemi a dire che certa gente non aveva la testa.

ravatto ha detto...

Per me chi gremiva le piazze negli anni Settanta, le gremiva anche negli anni Quaranta, e i figli e i nipoti le gremiscono ancora...ma non sono così stupido da pensare di prendermela con una folla..la folla non posso amarla né odiarla perché è informe..nella folla si può nascondere di tutto..a me interessa la persona, presa singolarmente, cosa fa, cosa pensa, quello si mi interessa...
NON credo nelle folle io, penso sia chiaro! Credo negli individui, i quali a loro volta non sono, così, "entità separate" astratte: chi dice di interessarsi all'umanità, di amarla, deve per forza considerare al centro della questione l'individuo...i movimenti di massa SCHIACCIANO le persone riducendoli a cosa, a numeri, buoni per essere contati e poi direzionati come fagioli sulle caselle della tombola o ancora meglio come l'acqua, che non ha forma e prende la forma e la direzione del recipiente che la contiene..
E se adesso, nel 2016, abbiamo un privilegio è quello di considerare le cose, volgendo lo sguardo indietro, nella loro visione d'insieme: vedere le conseguenze di oggi e capire le cause di ieri.
In Italia il problema è di carattere culturale.

https://www.youtube.com/watch?v=RpBJIfNMjAI

JJ John ha detto...

1) Negli anni 40 vigeva una dittatura. Negli anni 70 le manifestazioni erano invece assimilabili ad un insieme di coscienze individuali che trovavano il loro sbocco in una rivendicazione comune.
2) I figli e i nipoti degli anni 70 non gremiscono più nemmeno il salotto di casa loro.
3)Da che mondo è mondo un idividuo cerca l'altro.
4)I movimenti di massa, quando spontanei e frutto di percossi collettivi quali erano quelli degli anni Settanta, non "schiacciavano" le persone, ma anzi, erano la risultante delle loro personalità, delle loro aspirazioni e delle loro idee.
5) Riguardo alla tua metafora dell'acqua, rileggiti "La canzone dell'acqua" di Finardi perché quello era il pensiero di allora.
6)La storia ha bisogno decantare per essere analizzata, non è una novità. All'epoca però c'erano delle avanguardie che molte contraddizioni le avevano già capite. E di fatto formarono dei movimenti. Prima spontanei perché fondati sul dibattito tra soggetti simili, poi allargatesi anche a livello politico. Nessuno "schiacciamento", solo coerenza.
7)Il video "non c'entra però c'entra" è satirico. Moretti è un profondo conoscitore di quegli anni per cui può permettersi di assimilare la storia del PCI persino a una partita di pallanuoto.
La sua critica e la sua ironia però, si badi bene, furono sempre rivolte ad una certa parte del partito: quello operista storico, molto più debolmente all'Autonomia.
8)"In Italia il problema è culturale" dici. E dunque? In altre nazioni no? Cosa pensarono secondo te gli operai della Renault quando De Gaulle concesse loro tutto? Non fu forse quello un problema culturale?
In Italia il problema è un altro, ma non te lo ribadisco perché allora vuol dire che non mi hai mai ascoltato. O non sei in grado di farlo.
Ripeto: prima di imbarcarsi in certe valutazioni, occorre prima conoscere bene la storia.
poi, se proprio come visuale non ci incontriamo pazienza, ma almeno vorrei avere interlocutori che mi contestino a ragion veduta.

ravatto ha detto...

guarda John, può darsi che la storia non la conosca bene in quanto a quei tempi non c'ero nemmeno ma conosco da vicino e ho conosciuto le persone che c'erano e posso dirti una cosa? Forse idealizzi un po' troppo quel movimento perché come spesso dici parlando del prog italiano, "non tornerà più, fatevene una ragione"..tuttavia, credo invece che si è "salvato" chi ha voluto "salvarsi", e c'è anche chi oggi continua a cercare di "salvarsi", da un meccanismo così forte, che ha delle regole che spesso non ci appartengono nemmeno...chi ha voluto "andarsene" se n'è andato e gli arrabbiati sono rimasti, come da copione..perché anche combattere il sistema a un certo punto, significa farne parte...
chi "se ne va", se ne va sopra note di tromba o flauto...

io sono un operaio, faccio quello per vivere, o meglio ho fatto, ma non credo che il lavoro sia al centro della vita dell'uomo, è un ricatto questo! O qui le cose cambiano radicalmente, anche se non vedo perché dovrebbero...oppure vuol dire che la politica fatta a grandi livelli è fallita...non ci si può più far rappresentare e allora ci dovremmo costituire tutti in piccole comunità autogestite...in fondo, se ci pensi, tutti contribuiamo all'inganno di questa realtà accettando le sue regole, i suoi semafori e i suoi orari.....è un discorso lungo John..

JJ ha detto...

Carissimo
che io sia "di parte" questo mi sembra evidente, ma non così "idealista" da prendere lucciole per lanterna.
Che "quei tempi non tornino più" è assoldato viste le mutazioni del sociale, del mercato della tecnologia e di quant'altro.
Che poi i dissidenti che sono rimasti come me siano "attori da copione" o "facciano parte del medesimo sistema", no. Questo non lo accetto e anzi mi suona devvero offensivo.
Vogliamo forse chiedere a Giorgiana Masi se "avrebbe voluto andarsene"? O chiedere a Fausto e Iaio che sicuramente avrebbero voluto salvarsi (a loro come tutti gli altri militanti di destra)perché invece li hanno ammazzati?
Ma insomma. Lo sai che i primi anni Settanta erano pieni di tutte quelle che tu definisci "Piccole comunità autogestite"?
Ne sai qualcosa di tutta lideologia del lavoro che investi oltre vent'anni della nostra storia? No.

Senti: davvero per me, è troppo difficile confrontarmi con le tue posizioni. Che sento sono davvero sincere, ma non risolvibili per iscritto. Dovremmo proprio incontrarci e parlarne. Altrimenti tu rischi di essere troppo debole su certi argomenti, e io troppo aggressivo nel rispondere.
Magari si può fare.

ravatto ha detto...

Se progressivo è anche un modo di vivere e di vedere le cose allora dovremmo fare in modo di non ripetere certi errori di fondo del passato. Tu sicuramente ti sarai trovato in mezzo a una folla..sai cosa si prova...io ero a Genova nei giorni di luglio...abbastanza da capire l'errore di fondo...
non può essere lo scontro, la manifestazione fisica la strada giusta contro il potere..anche strategicamente è sempre stata fallimentare..se la metti sul materiale loro ti schiacciano: ti schiacciano con i manganelli, ti schiacciano con il ricatto del lavoro, ti schiacciano con le paure, le divisioni...
...Giusta era per me la strada che hanno preso alcuni fra i giovani più progressivi e cioè la strada delle antiche conoscenze, il movimento dei fiori e dei colori che si sposava con le filosofie orientali dell'amore e della compassione universale...quelli si, erano i veri rivoluzionari per me! perché parlavano un linguaggio estraneo al linguaggio del potere...invece chi combatte o crede di combattere il potere usando il suo stesso linguaggio, anche se in buona fede, non fa altro che alimentarlo, che ne sia consapevole o no

claudio65 ha detto...

Intervengo in questo serratissimo dibattito, che però ha il pregio di parlare di cose e non di ciance. Io Ravatto un po' lo capisco. Lui è un uomo da "flower power", da era hippy, che è stato il periodo immediatamente precedente quello di cui J.J. tratta nel suo blogspot. Diciamo il triennio 1967-1970. Che è stato un periodo bellissimo. In effetti, in quel periodo, l'impasto di psichedelia "dolce", filosofie orientali, libero amore, pacifismo spirituale e compassione universale avevano generato una nobile utopia, che sapeva tanto di fiaba. Era stata solo un'illusione. Un bel sogno, che è svanito "un minuto prima dell'alba" (sto citando Valerio Negrini, lo so, ma non ne posso fare a meno ...), ovvero, quindici giorni prima l'alba del nuovo decennio, quando l'esplosione di Piazza Fontana riportò tutti brutalmente alla realtà.
Dopo il Dicembre 1969, le alternative erano due: rientrare nel "privato" come tantissimi fecero, portando dentro di sé quanto di buono appreso negli anni precedenti, oppure lottare in maniera dura e decisa per difendere il diritto alla dissidenza. Da questo punto di vista, il 1976 fu l'anno della seconda svolta: il "Compromesso Storico" fece capire a tutti che, oramai, l'epoca della dissidenza era finita, anche perché la situazione era diventata estremamente pericolosa. Forse fu un male necessario, ma la cappa di conformismo da "controriforma" che l'asse della "solidarietà nazionale" portò in questo paese, segnò la morte culturale ed intellettuale di una gioventù che per dieci anni era stata splendidamente all'avanguardia. Io ritengo che Ravatto e J.J. rappresentino due periodi diversi della nostra storia "progressiva": quella più ingenua e libertaria e quella più consapevole e politicamente militante. Non sono due periodi "contro", sono solo due periodi temporalmente consecutivi e conseguenti.
Penso che su un fatto siamo tutti d'accordo: con gli anni ottanta, i fiori sono seccati e non ne è rimasto nemmeno lo stecco. In quanto ai giovani d'oggi, preferisco stendere un velo pietoso. La loro totale mancanza di coraggio morale e di voglia di osare è qualcosa che mi disgusta e nel contempo mi rattrista. E la musica insulsa che si sente oggigiorno è il riflesso di questa gioventù imbelle.

ugo ha detto...

condivido l'analisi(sempre lucida) di claudio65 al quale mi sento vicinissimo pure pre la stessa età a cui aggiungo che,forse,solo nei primi anni 90 con l'ingresso del grunge(che altro non è stato che l'evoluzione del primo punk con innesti di metal e hard rock)basti pensare ai SOUNDGARDEN xhe un critico definì i LED SABBATH per via del loro singer(davvero superbo)che si avvicinava sia al primo PLANT che alle atmpsfere DARK in qualche punto vicine ai primi SABBATH!ma,a parte questa disquisizione stilistica,volevo sottolineare quel malessere di vivere tipico dei primi 90 che hanno toccato il loro apice nel gesto di KURT COBAIN e al suo suicidio avvenuto proprio a ROMA(un mio amico con un gioco di parole lo chiamò...un sudicio suicidio)dove sembrava che tutto il malessere di vivere si fosse trasferito(e in parte ci riusci)nella musica rock.poi,come una bolla di sapone,sembra che tutto si sia sgonfiato ed oggi quella generazione dei 90 ha lasciato il posto a quella attuale a mio avviso sempre piu tecnologica e priva di contenuti sul piano sociale. un saluto ugo

ravatto ha detto...

ciao claudio65, scrivi

"sono solo due periodi temporalmente consecutivi e conseguenti.
Penso che su un fatto siamo tutti d'accordo: con gli anni ottanta, i fiori sono seccati ..."

Questo vuol dire che c'è stata un'evoluzione al contrario, cioè un'involuzione, che continua, questo a livello generale..
Tu dici "non sono due periodi contro" eppure secondo me erano e sono due movimenti poco conciliabili...e la cultura della pace non può avere come conseguenza una svolta militante o armata..e sarebbe bello approfondire la questione...Piazza Fontana non può essere la spiegazione a tutto, forse è solo una delle spiegazioni...
nulla è morto, nulla è perduto, perché come la natura ci insegna ogni anno i fiori rinascono...il sogno di quei ragazzi è qualcosa che appartiene a tutti noi, è qualcosa che ci riguarda..è la nostra essenza...quella no, è l'unica cosa che NON è un'illusione...
se privato e politico sono la stessa cosa, non c'è privato e non c'è politico...c'è la vita...c'è l'essere umano...

Pietro55 ha detto...

Erano i tempi in cui,ancora quindicenni, zaini sulle spalle, si andava in giro in autostop. Fantastico! Eravamo pieni d' entusiasmo, e convinti che non sarebbe mai finita. E invece...
È passata la prima estate, la seconda, già alla terza si capiva che qualcosa non andava.
Le strade cominciavano a svuotarsi, i prati anche, e i fiori appassivano. Era tutto finito.
Qualcuno ha detto che avevamo il mondo in pugno, e invece la Politica ha spazzato via gli ultimi capelloni. A sua volta la politica è stata spazzata via dal NULLA.
Oggi viviamo in un mondo del cazzo.

JJ John ha detto...

Ancora..
Lo scontro non fu una "soluzione" perché alla gente piaceva fare a pugni. Semmai la "risultante" di un attacco frontale contro il proletariato e la democrazia. Che non inziò il 12 dicembre (il "giorno delle bombe" che per inciso non esplosero solo a Milano, ma anche a Roma), ma aveva precedenti nel Piano Solo, nella fase flag, nel banditismo, nella strage di Portella ecc. E infatti Piazza Fontana è solo "una" delle spiegazioni alla strategia della tesnsione.

La fase precedente al 73, detta anche periodo Underground, dove i movimenti si occupavano del sé, dell'autocoscienza e delle filosofie orientali va benissimo. Ma fu per l'appunto una "fase" necessariamente riassorbita dal dibattito politico.
Certo che sarebbe bello un mondo di pace e di amore, ma occorre anche essere realisti perché se ti attaccano, non tutti sono disposti a porgere l'altra guancia e nemmeno mettere di fiori nei cannoni.

Claudio Six-5,distinguiamo.
Io non voglio "rappresentare" un periodo piuttosto che un altro. Volevo solo fare chiarezza su certe posizioni che sono state espresse in questa sede. Opinioni cioè assolutamente lecite in quanto tali, ma limitate a una visuale desiderante della realta e per molti versi antistoriche.
Comunque è inutile che lo dica a te perché la tua disamina ha restituito un percorso molto più chiaro di quanto avessi potuto fare io.

Pietro55 non dire così!
Stiamo pur sempre parlando tra amici. Internet ha svuotato le piazze, ma col tempo ne riempirà altre (come, se sa no!). Ma intanto dobbiamo pensare a tenerci aggiornati ogni secondo che passa se no ci fottono e... a proposito di cose belle ...
Lo sapevate che tra pochissimo ci sarà una doppia sorpresa?

ugo ha detto...

ossia? ma di quale sorpresa parli john?

Pietro55 ha detto...

Il giorno aveva cinque teste e
Anidride solforosa.
Doppia sorpresa, appunto.

UGO ha detto...

BE NON CREDO PROPRIO CONOSCENDO JOHN NON HA MAI INSERITO IN UNA SOLA SCHEDA DUE ALBUM è TROPPO ANALITICO PER POTER MISCHIARE DUE OPERE DIVERSE SEBBENE PARTORITE DALLA STESSA PENNA MENTRE IO AI DUE DISCHI CITATI GLI PREFERIREI IL TERZO OSSIA AUTOMOBILI CHE TROVO SIA IL PIU INTERESSANTE!

Pietro55 ha detto...

L' ho semplicemente buttata lì.
Per le preferenze, casomai, ne parliamo dopo.
Non ci resta che aspettare.

Pietro55 ha detto...

Vorrei "non dire così", ma non è solo colpa di Internet se si sono svuotate le piazze, e di grandi mutamenti non se ne parla neanche.
A parte qualche eccezione, la stragrande maggioranza dei giovani, oggi, vive e male.
Gli stadi sono pieni, le pizzerie pure. Il lavoratore è stato abbandonato a se stesso, e i cervelli si sono svuotati del tutto. Mancano le coscienze, e al sistema va più che bene.

ravatto ha detto...

Pietro 55 è facile, pensarla così, anche a me viene da pensarla così, le parole si scrivono quasi da sole. Appunto. E' troppo facile. E pensandoci bene è proprio quello che vuole "il sistema": io invece credo che ci sia una storia, mai scritta, che viaggia parallelamente a quella ufficiale degli storiografi: credo che ancora oggi ci siano, come ieri, per il paese e per il mondo, persone che portano avanti un certo tipo di discorso. Le cose falliscono quando le si vuole fare in massa, perché nelle masse si nascondono anche "replicanti", pappagalli, quando va bene, e quando va male invece "provocatori" o peggio...facciamo un esempio più chiaro: nelle piccole comunità dove tutti si conoscono c'è un certo spirito, di responsabilità, di collaborazione, che nelle metropoli difficilmente trovi...i grandi numeri sfuocano le questioni, le istanze, le possibilità di ognuno..dei grandi numeri si occupa sempre chi tiene il "banco" o un'area di esso...bisogna uscire dalle logiche del "farsi rappresentare"...dai vari tribuni della plebe...ognuno deve essere il cambiamento che vuole vedere...solo così ce la faremo...ripeto, io sono fiducioso..
John, credo che la resistenza non violenta sia la più alta forma di ribellione contro i soprusi. Parla alle coscienze di ognuno. Le forma anzi. Serve da esempio, anche per i bambini, che ci guardano sempre. I ragazzi che sono morti combattendo da partigiani si trovavano in una situazione estrema..fin quando sarà possibile, è bene considerare di CAMBIARE la nostra mentalità, riconoscendo veramente la forza rivoluzionaria della disobbedienza non violenta...

ugo ha detto...

....lo sai che siamo tutti morti e non ce ne siamo manco accorti....recitava uno splendido brano del grande LOLLI.
ed è proprio questo lo sforzo che le nuove generazioni dovrebbero fare ossia di risvegliarsi dallo stato di torpore dell'(essere morti in vita).poi che uno lo faccia da solo(direi più difficile) o in massa (la forza dell'UNITA resta sempre un valore aggiunto) ciò resta l'obiettivo finale per dare un senso ad un esistenza vuota ed assurda!

Pietro55 ha detto...

Ravatto, guarda che non è affatto facile, invece, e non capisco come vorresti realizzarti da solo!
Un individuo senza gli altri non è niente. E poi a me le masse non danno alcun fastidio, anzi. Si vince e si perde tutti insieme.
Certo, oggi le masse hanno altri obiettivi. Ottantamila in uno stadio(per fare un esempio) sono un bel numero. Sono tante teste diverse con un unico obiettivo: vincere! E il sistema ringrazia.
Mentre una volta gli obiettivi erano altri, e si lottava "ccu la forza di la piazza" come cantava Rosa Balistreri.
Tu sei fiducioso, e come giustamente dice Ugo e senza nulla togliere al tuo nobile ideale, un uomo solo non può che condurre un' esistenza vuota e assurda.

ravatto ha detto...

Ugo: uno prima deve svegliarsi da solo, poi può incontrare gli altri..se non riesci a farlo da solo sarà difficile farlo in tanti: è questo il punto! questa realtà è illusione..i maestri psichedelici lo sanno bene.. tutto è illusione...l'energia non è illusione, è vita è Amore..le battaglie si combattono a più livelli, anche a livello spirituale: il nemico ti avrà sconfitto già solo se riuscirà a farti perdere l'equilibrio...è per questo che alla violenza Gandhi rispondeva con la non violenza...sapeva benissimo qual'era il livello dello scontro..bisogna essere lucidi...usare l'intelligenza, senza appoggiarsi agli altri..fare conto sulla propria e discernere di conseguenza...
Poi, non prendiamocela troppo con le nuove generazioni...perché allora dovremmo tirare in ballo anche i padri, e i padri dei padri...
Si idealizza sempre la propria generazione e si disprezzano sempre quelle successive, dimenticandosi però che se sono così, la causa non possono essere che quelli che c'erano prima...

*mancanza di Padri*

ugo ha detto...

spero che tra le prossime schede (dalla a parte) ci sia quella su CLAUDIO LOLLI "DISOCCUPATE LE STRADE DAI SOGNI" pero pure una su "ASPETTANDO GODOT" non mi dispiacerebbe...anzi!

ravatto ha detto...

Mah, l'esistenza può essere vuota e assurda anche se non sei da solo, non è quello il punto dai...io poi parlo di individualità non di solitudine, anche se la solitudine è necessaria a volte...
si confondono le parole, si scambia anche a livello inconscio individualità con solitudine mentre invece chi fa un percorso individuale riesce ad arrivare davvero a incontrare gli altri..perché li conosce, avendo conosciuto sé stesso...
non sono ciance queste secondo me...
anzi sono le basi..poi il resto verrà naturalmente..

Pietro55 ha detto...

Ravatto caro,
sai cosa ti dico?
Che non vedo l' ora di scoprire
la doppia sorpresa promessaci da JJ.
O l' esistenza sarà davvero
vuota e assurda.
Pace e amore a tutti.

taz ha detto...

..una delle schede più belle della storia di John's Classic Rock......andro' a cercare il CD.....ciao

claudio65 ha detto...

Aspettiamo le sorprese di J.J., sempre con piacere.
Al di fuori del nostro blogspot, le sorprese sembrano sempre più ... negative. Io, che pure non sono mai stato un "compagno", osservo atterrito ciò che oggi avviene nella vicinissima Austria e ciò che potrebbe avvenire nei più lontani, ma anche assai più influenti per le vicende mondiali, USA. Altro che figli dei fiori! Qui stanno di nuovo marciando a ranghi serrati con bandiere e braccia sollevate in alto (e NON sono le "braccia tese" della copertina del "Mio canto Libero" del grande Battisti, ahimè). E le camicie dei "marcianti" non sono a fiori, ma a tinte sempre più scure. Bisogna stare molto allerta e nessuno può infilare la testa sotto la sabbia. Pena, fare la fine degli zombie di Manfredi!

Pietro55 ha detto...

Claudio, tu dici:"Apettiamo le sorprese di JJ."
Mentre io, quando l'attesa si fa lunga, parafrasando una vecchia trasmissione radiofonica, dico a me stesso: "Per favore, JJ, ADESSO MUSICA!"
Ma, al di là di questo, non possiamo far finta di niente. Anzi, c'è da preoccuparsi seriamente.
La società si sta imbarbarendo, e a questi signori dell' odio e della violenza si permette ogni cosa.
A loro, però, vorrei ricordare la fine che hanno fatto i loro vecchi idoli neri.Ma non lasciamogli tirare troppo la corda.

ugo ha detto...

ciao john ma una scheda su STEFANO ROSSO che ne dici andrebbe fatta?
perlomeno sui suoi primi due lp "una storia disonesta" del 76 e quello del 77 "e allora senti cosa fo" ciao ugo

J.J. JOHN ha detto...

Più che delle schede monografiche che potrebbero creare confusione (Rosso ad esempio non era un musicista Prog), per il futuro avevo in mente una serie di post analitici.
Fare insomma un quadro dei contesti storici e sociali che stavano alla base dei movimenti musicali, creando così quella circolarità che poi ha prodotto - tra le altre cose - anche una sorta di "cultura del rock".

Vorrei farlo perché è un argomento che mi appassiona, che mi piacerebbe trasmettervi, ma soprattutto per fissare bene quel rapporto musica - storia contemporanea - controculture che è ancora dominio di troppe lacune.
Ecco: questo mi piacerebbe. Ovviamente con calma e in base al tempo disponibile per farlo.


Dimenticavo: In quest'ottica avevo in mente un post "I Cantautori e l'Autonomia", tra cui appunto parlerei di Rosso (che ho conosciuto, simpaticissimo), Gaetano, Graziani, Finardi, Camerini ecc. e del loro rapporto "dare-avere" con quel movimento. Mica paglia ma ci provo.

ugo ha detto...

son certo che quando avrai tempo e minore stress ci proverai e ci riuscirai con i tuoi soliti ottimi risultati anche se mi rendo conto che sarà un lavoro impegnativo!
ad ogni modo ti ho citato stefano rosso non perchè sia prog tutt'altro ma perchè nei suoi primi due dischi uscito poi nel 76/77 insomma anche lui è un figlio di quel 77 di cui tu spesso hai parlato
infatti con ROSSO mi fermerò qui anche perchè è un artista simpatico ma che stranamente mi mette pure malinconia nonostante sia stato molto ironico una malinconia serena non quella da suicidio del primo lolli che perlatro adoro a dismisura ciao john e mantieniti forte un abbraccio ugo

Anonimo ha detto...

... per non parlare del mio amico Fausto Rossi... altro che Suicidio!

Anonimo ha detto...

Grandissimo disco di Manfredi !

A me piace di più il precedente Ma non è una malattia ma anche questo è eccellente

Michele D'Alvano

Anonimo ha detto...

Gradevoli anche Biberon del 1978 e l'omonimo del 1981

Michele D'Alvano

Anonimo ha detto...

Un tranquillo festival pop di paura, Ultimo mohicano e Zombie di tutto il mondo unitevi sono i brani che preferisco di questo grande disco !

Michele D'Alvano