Lapera: L'acqua purificatrice (1975)

Io ero di certo uno degli ultimi sopravvissuti. Una rarità”. 

Inizia così il disco di cui parleremo oggi e aveva ragione il buon amico Roby di “Verso la stratosfera” quando sottolineò che questa era una delle opere più particolari del Pop italiano, frutto della smisurata genialità dei fratelli Gianni e Alberto Tirelli, in arte Lapera nel 1975 e Triangolo nel 1979. 

Entrambi provenienti dal gruppo Quarto Sistema di cui faceva parte anche il giovanissimo Cristiano Malgioglio, i fratelli Tirelli si misero in proprio nel 73 e ottennero un contratto con la Durium l’anno successivo. 

Pubblicarono un 45 giri a nome Lapera intitolato Cristalli di Parole (1974) prodotto da Franco Cassano e, immediatamente dopo, l’album L’acqua purificatrice arrangiato e diretto dal maestro Pinuccio Pirazzoli
Seguirono due ulteriori singoli “Stop Segreto” (1975) e “Sei tu l’amore” (1977), dopodiché si esaurì il periodo Lapera
Nel 1979, con l’arrivo di Sergio Conte, il duo si convertì a trio ambasciatore di un folle technopop a nome Triangolo pubblicando l’album eponimo per l’etichetta Fontana, sussidiaria della Philips: un vero massacro sonoro per mascelle resistenti. 
Infine, due dischi come I Tirelli e dal 1983, si perse ogni traccia del duo. 

Considerando l’epoca in cui fu pubblicato, “L’Acqua purificatrice”, sottotitolo “il compenso” fu un album davvero particolare: due lunghe suite di circa 19 minuti divise in più movimenti, la cui struttura era evidentemente progressiva, ma la cui sostanza ammiccava piuttosto al filone melodico, pur se continuamente destrutturato.

In effetti, la prima cosa che balza all’orecchio ascoltando l'album è l’estrema varietà di generi e sottogeneri da cui i Tirelli attinsero per dar vita al loro racconto: rock, pop, elettronica, classica, etnica, soul, brass, funk.
  Il tutto però, senza nessun apparente timore reverenziale, anzi: con una sfrontatezza da lasciare quasi allibiti. 

Ci sono si richiami alla melodia italiana più in voga all’epoca, ma anche aritmie e improvvisi cambi di tempi e di modi senza però mai tradire il medesimo filo conduttore: l’acqua
E’ l’acqua che purifica i peccati dell’uomo. E’ l’acqua che li cancellerà traghettandoci verso una civiltà nuova. E’ l’acqua che si aspetta per ridare vita a situazioni ormai inaridite.
Un recitativo lega l’incipit di tutta l’opera ma gli interventi parlati non sono mai invasivi.
 
Inizialmente le musiche appaiono quasi come un curioso miscuglio tra i Giganti e i Delirium: dei primi vengano clonati i recitativi e dei secondi le atmosfere a loro care da Lo scemo e il villagio a Delirium III
Da un certo punto del disco però, entrano in gioco anche massivi interventi orchestrali a metà tra il Battisti più sinfonico e i New Trolls di Concerto Grosso n°1. Il tutto, condito da cori modello 4+4 di Nora Orlandi o di quelli che Ivano Fossati utilizzò nel suo primo album in “Riflessioni in un giorno di luce nera”. 

Gli arrangiamenti sono ammiccanti nel senso che vengono spesso giocati su scale classiche e comprensibili a chiunque, ma occasionalmente venati di funk e di swing (“Omaggio al sole”). 
La loro varietà è stupefacente, mai monotona e l’equilibrio tra parti vocali e strumentali è dosato con cura encomiabile. 

 Dal canto loro, i testi, sono mistici quanto basta per porsi a metà tra un momento militante-post-freak e un futuro di non facile interpretazione
In questo senso, i Lapera furono perfettamente coerenti con il loro tempo storico in cui tutto si contaminava e tutto poteva destrutturarsi a favore di nuove esperienze..

 Definirei insomma “l’Acqua purificatrice” come un opera-pop con qualche rimando a Tito Schipa Jr, Pholas Dactylus, Fabio Celi e al Ga, ma con un tocco in più di "orgoglio Gay" che anticipava di almeno un lustro la lussuria musicale degli anni ’80. 
Consiglio vivamente l’ascolto di questo disco: dimenticato quanto conturbante, esagerato quanto solido
Ciascuno poi trarrà le proprie conclusioni, ma un po’ di follia, credo, faccia sempre bene.

15 commenti :

U G O ha detto...

SI VABBE JOHN MA DOVE LO TROVIAMO UN DISCO DEL GENERE VISTO CHE IN LP MANCO A PARLARNE E NEMMENO IN CD!COSI CI FAI SOLO STARE MALE PERCHè NOI PRENDIAMO PER ORO COLATO LE TUE SCHEDE SOLO CHE è COME PASSARE DAVANTI AD UNA PASTICCERIA E VEDERE TANTI DOLCI PIENI DI CREME E PANNE E NON POTERSELI COMPRARE...CAPISCI COSA INTENDO? GRAZIE PER TUTTE LE SCHEDE CHE CI OFFRI...UGO

stratospheric captain ha detto...

Ciao caro JJ, grazie mille per la citazione personale e del mio blog, anche io reputo quest'album come un ottimo esmpio di sdoganamento del prog verso nuove forme. La parte commerciale comunque non è predominante e rimane un ascolto interessante e piacevole per gli amanti del buon rock progressivo italiano. A Ugo, essendo quest'album fuori catalogo e non ristampato, suggerisco di seguire il link che hai suggerito ad inizio post... Ciao, grazie ancora e stammi bene.

P.S. - Presto sulla stratosfera ci sarà un post dedicato ai Kornelyans, gruppo serbo che incise un album nel 1974 in italia per una sotto etichetta della ricordi (non so se ne hai sentito parlare, A. Croce gli ha dedicato qualche riga su Italianprog). Molte analogie con il prog italiano (a me ricordano sovente i Trip degli anni d'oro). Un album davvero interessante che straconsiglio a tutti...

U G O ha detto...

si i KORNELANS IL DISCO SI INTITOLA "NOT AN ORDINARY LIFE"IL CD ERA SU VINYL MAGIC ED IO CE L'HO!UGO

u g o ha detto...

ciao stratosperic ho sguardato il tuo sito e complimenti!tra l'altro oltre ai KORNELYANS possiedo in vinile LAZARUS"CIVILTà" in condizioni vg+ quanto credi possa valere?a mio avviso un disco onesto ma niente di + mentre i KORNELYANS sono di alto pregio e condivido ugo

Anna ha detto...

un disco davvero strano... molto autoreferenziale...
poi JJ... tu sei un grande fan dei Triangolo vero?

J.J. JOHN ha detto...

Si, lo sono.
Tanto geniali quanto indigesti.
Però capisci che il "caro amico John" di Km. 94 non poteva non lasciarmi indifferente :-)

U G O ha detto...

A PROPOSITO ESISTE PURE UNA CANZONE DEL PROG ITALICO INTITOLATA JOHN(NESSUN RIFERIMENTO A TE OVVIO)SAREBBE UN BRANO INSERITO NEL DISCO FI JURU CAMISASCA"LA FINESTRA DENTRO"

UGO ha detto...

a proposito JOHN ma dei CUGINI DI CAMPAGNA non hsi ancora postato nulla?look glam musica pop con leggere venature prog aaaaahhhh......ti è piaciuta questa?almeno spero di averti fatto ridere ciao UGO complimenti x l'intervista del 28/04 arricchita pure con musica ciao e PROG ON

Paolo ha detto...

Che botta di fortuna (almeno credo!)
Ho beccato il Triangolo in ottime condizioni stamattina in un conto vendita, acquistato d'istinto a poco, non lo conoscevo e non avevo letto questa scheda.
Beh, ho scoperto di avere le mascelle parecchio resistenti :)

JJ ha detto...

Fantastico...
e allora quando acolterai KM 94, stappa una birra triplo malto alla mia salute, e ad una delle mie canzoni-cult:
"Goodbye for now, caro John. Non ti dimenticherò. Magari ti scriverò. Se posso telefonerò. Ma il nostro supervolo... un supervolo, un supervolo è!"
Il tuo gesto mi darà lunga vita ed eterna felicità.
JJ

Paolo ha detto...

Sarà fatto! E devo dire senza difficoltà qui a Sassari c'è un certo feeling con l'argomento birra :)
E come direbbero Agnetha e Anni-Frid...
Skål!

(ammetto il mio debole per Arrival e la tua scheda ahahah)

sklerici ha detto...

ho comprato la ristampa in cd (2015, ams remaster series) di questo interessante disco. nelle note gianni tirelli (alberto è scomparso sa tempo) racconta dei grandi orchestrali messi a disposizione dal boss armeno della durium. per i miei gusti anche troppo, nel senso che più che sull'aspetto sinfonico avrei preferito avessero puntato su certi toni pre-new wave che avrebbero contraddistinto i triangolo (almeno credo, visto che ancora non sono riuscito ad ascoltarli per bene).
l'acqua purificatrice è in ogni caso lavoro meritevole d'essere riscoperto sia per l'illuminato concept che per la varietà sonora che lo rende opera con pochi termini di paragone.
non sorprende che pochissimi se lo siano filato all'epoca; ripariamo all'errore almeno ora e almeno noi, flippati della musica esoterica..

Analoguesound ha detto...

Ciao a tutti e ciao John (quanto tempo)
una domanda per tutti i possessori di (una copia originale di) questo disco:
nonostante sulla label ci sia scritto "STEREO", lo è anche di fatto? (A me sembra mono dall'inizio alla fine, e per il livello a cui è stato prodotto il disco uscire con un master mono mi sembra tanto ciò che al sud definiamo con la figurazione dello "schiaffo a Cristo").
Un caloroso abbraccio

Analoguesound ha detto...

Più tardi nello stesso 2018 riuscii a impossessarmi di una copia originale fatta arrivare dagli USA, seppur pagata il suo prezzo e posso dire che è fin troppo stereofonica.
Per questioni di "più libera diffusione" Ams ha caricato sul tubo una versione palesemente monofonica e questo fece sorgere il mio dubbio, ma per fortuna schiaffo a Cristo non è. Che discone!

Anonimo ha detto...

Disco gradevole e ben suonato ma difficile da inquadrare .

L'ho sempre trovato un po' bizzarro

La copertina non l'ho mai tollerata

Michele D'Alvano